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1710

I Cenci

Teatro di musica da Antonin Artaud

musica e libretto Giorgio Battistelli
editore Casa Ricordi, Milano
direzione musicale Francesco Bossaglia
regia Carmelo Rifici
con Roberto Latini e Anahì Traversi, Elena Rivoltini, Michele Rezzonico
con la performer Marta Ciappina
con la partecipazione, in video, di Fabrizio Rocchi  

Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana
Eva Martínez Saavedra flauti – Roberto Serra Santos, Marta Sánchez González clarinetti – Jonas Morkunas clarinetto basso – Matteo Villa tromba – Francesco Parini trombone – Federico Moscarola tuba – Paolo Fratello, Tommaso Tola percussioni – Federico Melis sintetizzatore – Lisa Bulfon, Chiara Ludovisi viole – Giacomo Cardelli, Ulisse Roccasalva violoncelli – Klaudia Baca, Michele Santi contrabbassi

regia del suono Fabrizio Rosso
live-electronics e diffusione Alberto Barberis, Nadir Vassena, Lorenzo Grossi
maestri collaboratori Virginia d’Ettorre, Alessio Sabella

costumi Vogue Lugano
luci Pierfranco Sofia
regia video Francesco Puppini
fotografia video Valentina Provini
assistente video Radiana Basso
visual effects Emiliano Neroni

coproduzione Lac Lugano Arte e Cultura, Stagione900 Presente del Conservatorio della Svizzera Italiana, RSI Rete Due, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia / Festival Aperto
collaborazione produttiva La Biennale di Venezia

Un grande racconto in bilico tra il melologo e l’opera, in cui le voci degli attori si uniscono ai suoni dell’ensemble strumentale e dell’elettronica, immergendo lo spettatore in un vero e proprio “teatro di musica”. 

Tratta dal capolavoro che Antonin Artaud scrisse nel 1935 ambientandolo nella Roma papale di fine Cinquecento, I Cenci del compositore Giorgio Battistelli racconta la storia del terribile Conte Cenci e del suo assassinio, di cui viene accusata e condannata a morte la figlia Beatrice. I Cenci fu eseguito per la prima volta in lingua italiana al LAC di Lugano nel 2019.

Imponente la scena sonora diretta da Francesco Bossaglia: all’Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera italiana si affiancano Alberto Barberis e Nadir Vassena per il live-electronics e la diffusione, e Fabrizio Rosso per la regia del suono. In scena un cast di quattro interpreti tra cui Roberto Latini, attore pluripremiato che da anni porta avanti una personalissima ricerca sulla possibile amplificazione della voce e sulla forza intrinseca della parola. Completano il cast Anahì Traversi, Michele Rezzonico, Elena Rivoltini e la performer Marta Ciappina. 

Giorgio Battistelli firma musica e libretto di questo lavoro in cui rinuncia totalmente alla voce cantata per riavvicinarsi alla concezione di Artaud del “teatro e il suo doppio”, del “teatro della crudeltà” in quanto “linguaggio nello spazio, linguaggi di suoni, di grida, di luci, di onomatopee”. Per Battistelli tutte le emissioni vocali, dal sussurro alla declamazione, dal parlato al grido, dai suoni-rumori gutturali alle risa e ai pianti, partecipano, a fianco di parti strumentali molto flessibili divenute oscillogrammi delle emozioni, a questo teatro di musica che rinuncia a ogni vocalità operistica. Le scene sinfoniche creano, per mezzo dell’orchestra e della voce parlata, atmosfere invadenti e inquietanti che fanno risuonare in ciascuno le corde oscure della psiche.

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