5 giornate, 10 docenti, 25 ore di formazione e 26 partecipanti under 35 provenienti da tutta Europa. Questi sono i numeri della prima tappa di Gradus, che si è svolta al Teatro Due di Parma dal 17 al 21 giugno e che ha dato il via a un cammino che in varie tappe arriverà sui palcoscenici dei nostri festival nel 2025.
Quella appena conclusasi è stata una settimana densa, piena di stimoli e suggestioni, in un confronto intenso e vivace, tra maestri e maestre del teatro internazionale e partecipanti. Lo scopo di Gradus è, infatti, quello di favorire e stimolare un passaggio/scambio intergenerazionale di saperi, un percorso di scoperta, approfondimento e acquisizione, necessario a immaginare e creare il futuro possibile del teatro, fornendo a chi partecipa esperienze e chiavi di lettura e interpretative delle varie discipline dello spettacolo dal vivo.
Il primo maestro a intervenire è stato il grande regista tedesco Peter Stein, che ha accompagnato la classe di partecipanti in un viaggio all’origine del teatro, per affondare nel significato più profondo di questa forma d’arte, svelandone la capacità di essere ancora attuale nei temi trattati e nelle figure chiave che incarnano ormai alcuni degli archetipi della cultura occidentale.
Nella seconda giornata di Gradus il tema centrale è stata la musica.
Luigi Ferrari, musicologo e presidente di Reggio Parma Festival, ha condotto i e le partecipanti attraverso le corrispondenze dei linguaggi artistici, quel viaggio sinestetico tra musica e arte pittorica che evoca emozioni profonde e personali.
Anche il compositore Francesco Filidei ha associato note musicali, colori e arte raccontando la sua carriera dall’inizio, quando si è avvicinato agli strumenti musicali esplorandone gli aspetti zoomorfi per arrivare fino alle opere di oggi.
A seguire Francesco Izzo, musicologo, pianista, coach e professore ordinario all’Università di Southampton ha indagato il lavoro di Giuseppe Verdi con un focus su La Traviata.
Durante la terza giornata, i docenti hanno spaziato tra le forme artistiche che contribuiscono a creare la performance.
Dalle scenografie, di cui l’artista Margherita Palli ha illustrato la complessità, tra la ricerca e la collaborazione creativa di cui necessita il lavoro teatrale, al teatro musicale attraverso il compositore Heiner Goebbels che ha esplorato il concetto di “intermediality”, l’intersezione creativa
Infine, Gabriela Carrizo, regista e coreografa, fondatrice insieme a Franck Chartier della compagnia Peeping Tom, ha ripercorso la storia della compagnia che, dal 2000, continua a elaborare un proprio linguaggio unico ed emozionante, fondato sul cortocircuito di stimoli e percorsi.
La quarta giornata di Gradus è ripartita da Gabriela Carrizo e dalla poetica dei Peeping Tom, tesa a esplorare ed elaborare la realtà anche più cruda attraverso l’uso del corpo.
Con Alfonso Cipolla, docente di teoria e tecnica dell’interpretazione scenica, è stato un viaggio nel meraviglioso: un invito a giocare e accendere la potenza del teatro.
Secondo incontro anche con Heiner Goebbels per un’immersione nel teatro musicale e in quegli elementi che si fondono nella creazione della performance.
Infine, Florian Borchmeyer, dramaturg e regista, che ha indagato il ruolo del dramaturg sin dalle sue origini nella tradizione tedesca per arrivare ad approfondire l’importanza di questo ruolo nella contemporaneità.
A chiudere la settimana è stato Volker Schlöndorff, regista premio Oscar con Il tamburo di latta nel 1979. In un viaggio nel cinema del secolo scorso, il regista ha raccontato strumenti e tecniche del mestiere, ma anche aneddoti della vita di scena, riportando la settima arte a una dimensione sia poetica che molto umana.
Gradus proseguirà a settembre presso I Teatri di Reggio Emilia con un’altra settimana intensa di formazione con nuovi maestri e maestre che continueranno a guidare il percorso di dialogo e scambio tra generazioni, per aggiungere un nuovo tassello a questo cammino di costruzione.
ph Andrea Morgillo