Evento speciale: fotografia

Evento speciale: fotografia

2019

L’ Associazione Reggio Parma Festival ogni anno investe una parte dell’importo che riceve dal Ministero in un progetto speciale che vuole creare un collegamento ulteriore tra le tre realtà teatrali e il pubblico, fornendo un approfondimento che possa restare a testimonianza di quanto fatto nel corso degli anni.
Nel 2018 si è puntato sulla realizzazione di un cofanetto che raccogliesse i 3 documentari realizzati sulla storia dei tre Teatri focalizzando sui festival che il Reggio Parma Festival sostiene; nel 2019 si è voluto andare a toccare un’altra forma d’arte qual è quella della Fotografia.

Si è pertanto previsto di realizzare una mostra fotografica collegata alla pubblicazione di un catalogo, con la volontà di raccontare una parte della storia dei Teatri, che non è solitamente così visibile al pubblico.
Purtroppo l’emergenza sanitaria ha imposto un ritardo nella realizzazione di questi progetti che sono slittati in parte nel 2020 e nel 2021.

Nel corso del 2020 la Fondazione Teatro Due ha inaugurato il 26 settembre 2020 la creazione fotografica realizzata dall’artista e fotografo Luca Stoppini "Perché era lui perché ero io". Metamorfosi della città nello spazio del teatro A/R, presso Palazzo del Governatore di Parma; la mostra è rimasta aperta al pubblico, con ingresso libero, dal 27 settembre al 1 novembre 2020; è stata accompagnata da un catalogo edito da Skira, ispirato alle riviste d’arte americane degli anni ’80; la pubblicazione raccoglie tutte le opere esposte in mostra e il contributo, fra gli altri, di Sergio Risaliti, Direttore del Museo Novecento di Firenze. Si è trattato di un’indagine alla scoperta di luoghi e umanità, che, attraverso il cuore degli attori, si è riappropriato di siti del quotidiano, spazi in cui il tempo rimane sospeso.
Così, se gli Spazi del Teatro sono diventati lente d’ingrandimento per figure quotidianamente nascoste, spesso protagonisti potenti ma invisibili nella mediaticità quotidiana, i luoghi della Città scelti dagli attori si sono trasformati quasi in una rivelazione dello spazio intimo, invisibile di ognuno.
Gli attori dell’Ensemble Stabile - Roberto Abbati, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Gigi Dall’Aglio, Davide Gagliardini, Luca Nucera, Massimiliano Sbarsi, Nanni Tormen, Emanuele Vezzoli - insieme all’Orto botanico, l’Abbazia di San Giovanni, la Stazione ferroviaria, la Galleria Nazionale, il Tempietto d’Arcadia del Parco Ducale, l’Istituto d’Arte P. Toschi, la Chiesa dell’Annunciata, il Bar Gianni, l’Osteria Artaj, la Libreria del Centro Torri con i loro “abitanti” abituali e agli spazi del Teatro Due sono stati al centro di un inaspettato dialogo visivo che Luca Stoppini, artista e fotografo dalla raffinata sensibilità teatrale, ha realizzato creando una sorta di Città e il suo doppio: il Teatro.
Un nuovo, possibile gioco di specchi dove il tempo è sospeso e la percezione dello spazio e della città diventa forse oggetto di una domanda da porsi e da porre in questo nostro presente carico di incertezze. È come se i muri della città, coperti da grandi affissioni pubblicitarie, siano entrati dentro il Palazzo del Governatore; qui l’attore è diventato protagonista della “scena quotidiana” e il cittadino protagonista della “scena immaginifica”.

La Fondazione Teatro Regio ha realizzato il volume Regio People, un racconto per immagini, curato da Giuseppe Martini, che ha raccolto una selezione di scatti dai primi anni del ‘900 a oggi di Alberto e Gianluca Montacchini, Giovanni Ferraguti e Roberto Ricci.
Il volume è stato distribuito con la Gazzetta di Parma a partire dal 30 gennaio 2021 e si tratta di 230 scatti, dal 1909 a oggi, per disegnare, in 260 pagine, il ritratto di una delle componenti più importanti di uno spettacolo dal vivo, il pubblico. Il nuovo volume fotografico ha voluto immortalare gli sguardi e le emozioni di chi, al di là della quarta parete, ha partecipato e partecipa alla creazione degli spettacoli del Teatro Regio e del Festival Verdi, catturando assieme a questi la magica, unica atmosfera che pervade gli spazi e regna da sempre nel pubblico di uno dei più bei teatri del mondo.
Questo speciale racconto, a cura dello storico della musica Giuseppe Martini, ha presentato per la prima volta riunite, selezionate e restaurate, immagini preziose custodite dall’Archivio Storico del Teatro Regio di Parma e negli archivi privati dei fotografi Alberto e Gianluca Montacchini e di Giovanni Ferraguti, che hanno documentato la vita del Regio a cavallo del XX secolo, e di Roberto Ricci, fotografo del Teatro dal 2003.
Cuore pulsante della “Città del Melodramma”, il Teatro Regio di Parma sin dalla sua costruzione rappresenta uno dei più importanti luoghi della vita della città, parte integrante del suo tessuto culturale, sociale ed economico, luogo di condivisione e occasione di arricchimento, discussione e dibattito, e da sempre specchio fedele dei suoi mutamenti, particolarmente in occasione dei più cruciali momenti della storia di Parma. In Regio People si ritrova, dipinta sul volto dei suoi spettatori, la passione e la tenacia con cui da sempre il Regio allestisce i suoi spettacoli.
Oltre alla digitalizzazione e al restauro delle immagini, il progetto ha previsto la ricerca, la selezione e l’acquisizione dei diritti di riproduzione di testimonianze fotografiche relative al tema oggetto del progetto custodite presso l’Archivio Storico del Comune di Parma e  l’Archivio Storico del Teatro Regio di Parma; la ricerca, la selezione e l’acquisizione dei diritti di riproduzione di fotografie realizzate al Teatro Regio di Parma dagli anni ’30 a oggi, per documentare l’ultimo secolo di vita del Teatro Regio, in particolare negli archivi dei fotografi Alberto e Gianluca Montacchini, Giovanni Ferraguti; la ricerca e la selezione delle fotografie delle prove di scena realizzate dal 2002 a oggi da Roberto Ricci; la commissione di un nuovo servizio fotografico a Roberto Ricci che racconti il pubblico di oggi.
Inoltre Fondazione Teatro Regio che in occasione di Parma 2020 avrebbe dovuto allestire, presso Palazzo del Governatore a Settembre 2020, la mostra Opera!, prodotta da Comune di Parma, in collaborazione con Casa della Musica e Teatro Regio di Parma, a cura di Gloria Bianchino e Giuseppe Martini con gli allestimenti di Margherita Palli, entro cui rientravano anche alcune immagini del volume Regio People, ma è stato necessario posticipare di un anno la mostra portandola a settembre 2021 a causa delle restrizioni dovute alla situazione di emergenza sanitaria.

La Fondazione i Teatri di Reggio Emilia, ha tessuto un’intesa con il Festival di Fotografia Europea di Reggio Emilia, per la mostra di Alex Majoli, Opera Aperta, che era prevista per aprile 2020, purtroppo anch’essa ha subito un ritardo di un anno a causa della pandemia, pertanto l’inaugurazione è prevista per il 21 maggio. Fondazione I Teatri e Reggio Parma Festival hanno invitato il fotografo Alex Majoli a riflettere sul rapporto tra il Teatro e la città e sulle sue possibili interconnessioni. La mostra  Opera Aperta, presentata in anteprima a Fotografia Europea, a Reggio Emilia, dal 21 maggio al 4 luglio 2021, invade la città, con grandi wallpaper, gigantografie – una trentina di postazioni in tutto tra centro e periferie -  in uno scambio osmotico tra teatro e realtà.
Può la fotografia rappresentare la drammaticità della vita umana? La serie Opera Aperta di Alex Majoli riesce, grazie ad un sapiente uso della luce di caravaggesca ispirazione, a mostrare quella che David Campany, grande curatore di mostre, artista e scrittore, chiama la teatralità della vita. Momenti comuni vengono fissati in attimi eterni che sembrano rappresentazioni teatrali. Un progetto che accompagna il fotografo da otto anni e che ha visto la sua consacrazione nella grande mostra organizzata nel 2019 presso Le Bal, Parigi, a cura di David Campany.
Un lavoro nato dall’ispirazione di alcuni grandi maestri del teatro sperimentale novecentesco che a Fotografia Europea 2021 trova una sua naturale evoluzione nel confronto con la realtà che fa della “messa in scena” la base della sua produzione: il teatro.
Mi son detto, cosa succede se monto delle luci, degli strobe potenti, attorno a persone che stanno facendo qualcosa di normale, che so, prendere un caffè, fare la spesa, seguire un funerale?”, spiega Majoli nel sito della Magnum. Succede che la scena della strada diventa la scena di un teatro. E tutto sembra avvenire su un palcoscenico.
Il progetto con la Fondazione I Teatri è iniziato nel 2020, per poi interrompersi nei mesi del primo lockdown, e riprendere ad inizio 2021, facendo a quel punto entrare in scena anche il virus. Con effetti potentissimi, tanto nelle nostre vite, quanto nelle immagini di Majoli.