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Inferno e Purgatorio

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Le parole di Dante suonano ancora prima di farsi capire. Non hanno bisogno del suono della voce né, tantomeno, di un violoncello.

Ogni suono che le accompagna è perdente, perché sui versi di Dante non si possono scrivere partiture. Eppure tra la voce e Dante si crea, sempre, uno spazio. Lì, allora, abbiamo deciso di fare esercizio per mettere alla prova il violoncello e la voce umana. Per trasformarli. Uno dopo l’altro, i canti, li attraverseremo tutti e passo dopo passo saranno la nostra scuola. Ci occorre tempo.

Entrando nel Purgatorio, poi, la nostra ricerca è cambiata rispetto a quella portata avanti sull’Inferno.
Se nella prima cantica,la voce sola con il suo tormento dà corpo alle anime dei dannati, qui, per masticare le parole della seconda cantica, abbiamo sentito il bisogno di un coro poetico che con la sua presenza faccia da sfondo all’emergere di quelle voci inclini all’intima confessione.

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