2709
Peeping Tom
Prima italiana
Una trilogia sulla famiglia
VADER (Padre)
MOEDER (Madre)
KINDEREN (Figli)
(I titoli potrebbero subire modifiche) regia Franck Chartier – assistenza registica e drammaturgia Gabriela Carrizo – danza e creazione Leo De Beul, Marie Gyselbrecht, Hun-Mok Jung, Maria Carolina Vieira, Simon Versnel, Brandon Lagaert, Yi-Chun Liu, con il supporto di Eurudike De Beul – assistenza artistica SeolJin Kim, Camille De Bonhome – composizione sonora e arrangiamenti Raphaëlle Latini, Ismaël Colombani, Eurudike De Beul, Renaud Crols – missaggio audio Yannick Willox – luci Giacomo Gorini & Peeping Tom – costumi Peeping Tom & Camille De Bonhome – scene Peeping Tom & Amber Vandenhoeck – costruzione scene KVS-atelier, Filip Timmerman, Amber Vandenhoeck – direzione tecnica Filip Timmerman – tecnici Hjorvar Rognvaldsson, Wout Rous & Amber Vandenhoeck – produzione e tour management Anastasia Tchernokondratenko – amministratore di compagnia Quentin Legrand
produzione Peeping Tom in coproduzione con Theater im Pfalzbau (Ludwigshafen), Royal Flemish Theatre KVS (Brussels), Festival GREC (Barcelona), Hellerau European Center for the Arts Dresden, Les Théâtres de la Ville de Luxembourg, Théâtre de la Ville (Paris), Maison de la Culture (Bourges), La Rose des Vents (Villeneuve d’Ascq), Le Printemps des Comédiens (Montpellier), con il supporto di Szene Salzburg Sommerfestival (Salzburg) – distribuzione Frans Brood Productions
Peeping Tom ringrazia Héloïse da Costa, Blandine Chartier, Emiliano Battista, Diane Fourdrignier e Seniorencentrum Brussel vzw
Prima mondiale: 10 maggio 2014, Theater im Pfalzbau, Ludwigshafen (Germania)
VADER (Padre)Vader si svolge nella zona visite di una casa di riposo per anziani, i cui imponenti muri rimarcano il fatto che l’azione ha luogo nel sottosuolo. Al centro di questa anticamera – qualcosa che si trova fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti – troneggia la figura del padre, il quale appare sempre più distante dalla comunità degli uomini.
Il suo declino non è tratto dalla storia di un individuo, ma dalla mitologia stessa del padre; in scene che esplodono per poi bloccarsi di colpo, questa figura appare ora divina ora ridicola, animata da una ricca vita mentale, così come disconnessa, decomposta, vuota. Forse nel suo passato cova un segreto profondo, o forse egli è semplicemente folle, o in preda a delirio. Gli altri ospiti e il personale lo guardano con disprezzo e divertimento, affetto e indifferenza. La pièce gioca sull’ampio fossato che divide percezione e realtà in un corpo in declino e in una mente senile. Il tempo sembra rallentare, come per accordarsi alla lentezza dei gesti; la parola e la musica si fanno rumore, la vista è disturbata e il mondo stesso sembra trovare senso solo nel ricordo o nella proiezione. Con intensità emotiva e ironia, Vader esplora il momento in cui le memorie (le fantasie? le allucinazioni?) di un uomo anziano – sorta di Don Chisciotte contemporaneo – sembrano precipitare dalla quotidianità nel sogno.