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2709

Cantico eterno

Simone Beneventi, percussioni

  • Alexander Knaifel, Solaris, frammento di Canticum Eternum per 36 gong (1980)
  • Mario Bertoncini, Alleluia, per 8 gong (7 giapponesi antichi + 1 gong Paiste di 70 cm) suonati su una meccanica di pianoforte a coda (1982)

    con invocazioni lignee su semantron di Mario Bertoncini – oggetto tratto da Spazio-Tempo (1967-70)

«Perché non finiamo mai, tutto resta da elaborare, da riordinare».
(Omaggio a Mario Bertoncini)

Performance di percussioni insolite, evocative nel nome e nella sostanza: gong antichi, meccaniche e il mistico semantron. Set e marchingegni di suggestione insieme sonora e visiva nell’88° anniversario di un grande, inclassificabile ricercatore di suoni: Mario Bertoncini.

«Nel 1968 stavo in Grecia nella zona di Meteora in Tessaglia tra questi stranissimi piccoli monasteri arrampicati su un ciottolo enorme e un giorno sentii un suono di campane meraviglioso. Mi avvicinai al monaco che stava producendo questi suoni incredibili e vidi che la campana era invece una lastra di legno durissimo, più duro del palissandro, più duro del tek. Non so che cosa fosse, aveva una risonanza incredibile quasi metallica. Lui produceva dei ritmi rapidissimi come una invocazione ripetuta, e io dissi: “Questa cosa la devo fare anche io!”. Allora tornai a Roma e cominciai a sperimentare con una scorza di palissandro che ho adoperato in Spazio-Tempo – uno spettacolo audiovisivo per danzatori-mimi, gruppo strumentale, diapositive, elaborazioni elettroniche in diretta eseguito alla Biennale di Venezia nel 1970 – in cui effettivamente, sospendendo al soffitto quest’oggetto, tre percussionisti si davano da fare per imitare lontanamente questa mia visione. Questo è l’antefatto». (Mario Bertoncini)

«Solaris – il diapason per il respiro del mistero della nostra coscienza – è imperscrutabilità e indistruttibile unicità». (Alexander Knaifel)

«Anni dopo nel 1982 ho cercato di riprendere questa idea in Alleluia: un insieme di 8 gong disposti orizzontalmente, in semicerchio, e sorretti da una struttura rotante, messo in vibrazione dal sistema meccanico di un pianoforte a coda. L’esecuzione rapidissima e di precisione percussiva “pianistica” di figure poliritmiche, l’angolo di incidenza variabile dei martelletti prodotto dalla rotazione, grazie alla risonanza dei gong, generano un fluire incessante e cangiante di timbri sonori». (Mario Bertoncini)

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